di Gianluca Limatola, Margherita Colella, Giovanni Savino.
La sconfitta elettorale ha colpito tutti noi, tutto il corpo militante del partito, ma soprattutto colpirà ancor di più gli strati più deboli della società italiana, a partire dalle giovani generazioni. Le dimissioni del gruppo dirigente del PRC sono dovute, ma da sole non bastano: è fallita una linea politica disastrosa che ha ridotto al lumicino il nostro radicamento nella società e la nostra capacità di essere percepiti come un’alternativa credibile. Se il partito avrà il congresso per poter ragionare della sconfitta e decidere del proprio futuro, pare proprio che per i GC non ci siano alternative all’accanimento terapeutico e al continuo svilimento di un’organizzazione in crisi permanente. Abbiamo presentato un odg allo scorso coordinamento provinciale che mettesse al centro la presa d’atto del fallimento della direzione provinciale dei Giovani Comunisti, e la ricostruzione della nostra organizzazione in Terra di Lavoro, dopo anni di immobilità e decisioni verticistiche (continua la lettura e posta qui i tuoi commenti)
L’erba del vicino è sempre più verde?
4 mesi fa
3 commenti:
di Giuseppe Fabozzi (AVERSA)
Condivido solo a tratti l'ordine del giorno presentato da Giovanni, Margherita e Gianluca, difatti penso che ad onor del vero si debba fare un distinguo su quello che sta accadendo nel partito e quello che orami è lo stato dei fatti dei Giovani comunisti casertani...
paradossalmente ritengo, che se a livello nazionale, questo non sia il momento di andarsi a contare(vedi l' aria dell'imminente congresso) bensì quello di una discussione seria e leale sul perchè di una sconfitta eclatante e su quali possano essere le prospettive per il prossimo lustro che seguirà, contrariamente in merito alla struttura dei giovani comunisti casertani penso che oramai sia imminente e soprattutto necessaria una discussione aperta sulla totale riorganizzazione della dirigenza GC...
E in questo condivido in pieno il documento presentato dai compagni, e anzi aggiungo che sembra quantomeno fantomatico chiedere, e addirittura non accettare, le dimissioni da un organizzazione che nei fatti a Caserta non è mai esistita.
Propongo, pertanto, che conseguenzialmente al congresso, inizii la conferenza straordinaria dei GC.
Credo che oggi l'autoreferenzialità del gruppo dirigente dei Gc si stia mostrando nella sua interezza, forse come mai nell'ultimo anno. Respingere una richiesta di dimissioni che non necessiterebbe neanche di essere avanzata, essendo a dir poco palese la mancanza della capacità di organizzazione, di elaborazione teorica e di iniziativa, appare come un atto di arroganza e di arroccamento di fronte alle esigenze di rinnovamento di un'organizzazione che si definisce ancora "comunista".
Il coordinamento GC non è oggettivamente in grado di porsi all'esterno e anche all'interno del partito come avanguardia delle mobilitazioni e dell'innovazione politica. Lo testimoniano gli ultimi mesi (se non anni) di inattività: sporadiche e mal organizzate riunioni che spesso sono servite soltanto a spaccare l'organizzazione. Iniziative? Zero. Capacità di mobilitazione nelle scuole e nelle università? Zero. Proposizione di dibattiti? Zero. Potremmo continuare a lungo, ma forse non serve a niente e a nessuno.
Forse sarebbe soltanto il caso di fermare tutto e cercare di ripartire con lo spirito che caratterizzava questa organizzazione 4/5 anni fa, di mettere da parte le spille e pensare all'elaborazione teorica e pratica di nuove forme di lotta alle ingiustizie sociali che ci circondano.
Mi aspettavo che il coordinamento GC avesse almeno l'onestà di ammettere la propria condizione di immobilità e di autoreferenzialità, magari facendosi da parte adducendo il mtivo del congresso che verrà.
MI sono sbagliato, ma mi auguro che non si perseveri.
Scusate la schiettezza, ma ho cercato di dire le cose alla "giovane comunista".
Augusto Massi, Piedimonte Matese
di Carmine Verazzo (Aversa)
Avendo fatto parte, fino allo scorso, del Coordinamento dei GC,e quindi parlando con cognizione di causa, mi sento in dovere di esprimere la mia opinione in merito: concordo con i post precedenti dei compagni e condivido in larga parte l'odg presentato da Giovanni, Margherita e Gianluca. Avevo dato per scontato che in seguito alla sconfitta senza appello, ancora più evidente nella provincia di Caserta che altrove, tutti i vari organi di partito, compresi i GC, avrebbero presentato puntuali dimissioni. Sono rimasto profondamente amareggiato quando sono venuto a conoscenza della chiara volontà di alcuni membri del coordinamento dei GC di non rassegnare le suddette dimissioni. Quando, in tempi non sospetti,ho rassegnato le mie personali dimissioni, al fine di non gravare ulteriormente sui precari equilibri che tenevano in piedi il coordinamento, ho preferito non sollevare spinose questioni inerenti le numerose lacune che a mio avviso il coordinamento denotava. Il tempo non ha fatto che allargare le maglie di queste lacune facendone delle voragini. L'autoreferenzialità del gruppo dirigente che oggi emerge in modo ancor più sensibile è solo la punta di un iceberg che ha fatto colare a picco tutti quei buoni propositi che si erano registrati nei primi incontri dell'allora nuovo coordinamento. Poi eccessivi personalismi e prese di posizioni spesso discutibili hanno fatto sì che il coordinamento dei GC si chiudesse in un immobilismo acuto sotto il profilo squisitamente politico, fino a sparire del tutto dal dibattito politico sia esterno che interno al partito. I GC hanno rappresentato l'anello debole di una catena già di per sè allentata, non offrendo nessuna spinta propulsiva (questo è ciò che ci si dovrebbe aspettare dai giovani)ad un partito in chiara difficoltà.
Ritengo anch'io indispensabile la conferenza straordinaria dei GC, ed auspico che possa essere indetta quanto prima, dato il momento delicato che il partito stesso sta vivendo.
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