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domenica 4 maggio 2008

Provincia e consulenze: un piccante dialogato

Mario Mastrostefano: Ecco gli elenchi nominativi dei compensi per consulenti (*) e collaboratori (**) pubblicati sul sito della Provincia di Caserta. Vorrei sapere qualcosa in merito alla loro produttività dagli assessori Caiola e Milani oltre che da quello che resta delle dirigenze provinciali della "Sinistra/Arcobaleno", tanto più che ciò che avviene dopo una tempesta.

Mario Cozzolino: Caro Mario, o lo sei o lo fai, naturalmente l'ingenuo. Credi ancora alle favole? Credi che qualcuno ti risponderà? Campa cavallo che l'erba cresce. Io dico che, anche per questo, ce la siamo meritata la batosta a livello Nazionale e Romano. Ora non ci resta che attendere la scomparsa della sinistra anche in provincia e al comune di Caserta e non mi meravglierò. E chi parla è uno che tuttora sta lavorando sodo sul territorio in nome della sinsitra e del pdci di quello che resta. Non ti aspettare nesuna risposta caro Mario, da nessuno di quelli che tu hai nominato, non credo che siano nella condizione (politica istituzionale partitica) di poterti rispondere.

Mario Mastrostefano a Mario Cozzolino: forse ci sei tu o ci fai tu. Almeno avresti dovuto ringraziarmi per una informazione che ti ho fornito e che riguarda la trasparenza. Per il resto o "mangi questa minestra o salti dalla finestra".

Antonio dell'Aquila: a Giosué (...) HO LETTO INOLTRE LA MAIL FATTA GIRARE DA MASTROSTEFANO. CONFESSO DI NON CONOSCERE NEMMENO IO TUTTI I NOMINATIVI CHE INVECE SI DESUMONO DALL'ELENCO PERALTRO RESO PUBBLICO DAL SITO INTERNET DELLA PROVINCIA. IGNORAVO PARIMENTI LE INDENNITA' DI QUESTI NOMINATI (DA CHI NON L'HO COMPRESO BENE FINO IN FONDO...) CHE MI PAIONO ECCESSIVE. IN OGNI CASO RITENGO UTILE E NECESSARIO CHE TU E/O ENRICO FORNIATE LE OPPORTUNE RISPOSTE CHE IL BUON MARIO RECLAMA...

Giosué Bove: ad Antonio dell'Aquila (...) Per quanto riguarda i redditi dei collaboratori provinciali, tra quelli che riguardano il nostro assessorato il più alto è quello di Ciro Tarantino, ed equivale, al netto, al reddito di un impiegato (65.000 diviso 20 mesi fa 3.250, meno imposte e inps, fa 1.400 al mese per 12 mesi). Di cose prodotte dallo staff ne dico solo 3, a titolo esemplificativo: i nuovi centri per l'impiego (che a breve dovrebbero finalmente partire) realizzati grazie al recupero in extremis dei fondi POR; l'attivazione, in maniera seria per la prima volta in questa provincia, di ammortizzatori sociali per le piccole e piccolissime aziende; il ciclo "terre di lavoro" che, sebbene poco seguito dai compagni, è stato un potente motore di idee per il futuro (se ci sarà) del "lavoro" sul lavoro. Penso anch'io che risponderemo.

Maria Carmela Caiola: Non posso dire nulla in quanto nessuno di questi è in capo al mio settore. Notoriamente non ho mai avuto nessun aiuto.

Mario Mastrostefano a Maria Carmela Caiola: Avrei almeno auspicato un tuo pensiero, una tua considerazione in merito, non puoi fare Ponzio Pilato. Fai parte di una Giunta Provinciale con responsabilità politiche oggettive e soggettive.

Enrico Milani a Mario Mastrostefano e Mario Cozzolino: Invece il cavallo non campa e l'erba non cresce, cari "Marii", che dall'alto (?) del vostro pulpito inquisitorio ammannite l'ennesima ricetta sui fallimenti della sinistra ed insinuate il "solito" scoop intingendo veementemente la tastiera nell'inchiostro color "rosso rancororoso" e rivendicando fieramente di "...lavorare sodo sul territorio...". Sono nauseato dell'ennesima richiesta "...in merito alla...produttività (dei miei collaboratori)..." perché il "famoso" elenco allegato da Mario I e "favoleggiato" da Mario II è la QUINTA VOLTA in circa nove mesi che viene pubblicato, quasi sempre dalla Gazzetta di Caserta, quasi sempre nell'imminenza o nel momento in cui si pensa che ci sarà una qualche modificazione della composizione di giunta, e così via.
Un classico, un autentico "classico". Nemmeno è nuova la circostanza per cui lo spiffero sottile e velenoso dell'insinuazione (ben peggiore del venticello della calunnia, va detto...) non viene da ambienti "ideologicamente ostili" : è successo, con questa, CINQUE VOLTE SU CINQUE.
Il sottoscritto (e non le dirigenze provinciali, che non c'entrano nulla, ma la battuta viene, come da copione, gettata lì perché è molto "grillinamente" trendy farlo...) ha ovviamente risposto innumerevoli volte, pubblicamente, sia per iscritto che intervenendo durante riunioni aperte e preventivamente calendarizzate, sia riassumendo periodicamente l'insieme del'attività svolta dall'assessorato.
Allora, basta. Posto che non sono il dispensatore di risposte private a chicchessia, ma un compagno che svolge una compito pubblico, davanti a tutti ed alla luce del sole, dovrei per l'ennesima volta ribadire che NEMMENO UNO !!! dei nomi elencati da Mario I è tesserato al mio partito, o ribadire che si tratta di persone di elevata professionalità, di rango universitario, NON COSTATE NEPPURE UN EURO AI CONTRIBUENTI CASERTANI, al cui patrimonio pubblico avranno con me collaborato a lasciare, al termine della ns. azione, risorse ingentissime (nell'ordine di molti, tanti, milioni e milioni di euro) in mezzi, strutture, opere, e, soprattutto, servizi. Dovrei per l'ennesima volta elencare tutto ciò che abbiamo già finora realizzato: ED E' QUALCOSA DI ENORME !, lo dico senza mezzi termini perché ne sono sciente e cosciente.
MA DICO "BASTA" , PERCHE' E' EVIDENTE CHE SE QUALCUNO PER L'ENNESIMA VOLTA MI CHIEDE COSA ABBIAMO FATTO (sia pure nel modo un po’ "confindustriale" di conoscere la "produttività" di persone che lavorano senza limiti di orari né di giornate settimanali, per compensi netti molto al di sotto di quanto prospettano loro già oggi enti pubblici e privati che ne vorrebbero la collaborazione, perché quelli che lavorano con me sono davvero bravi e professionalmente competenti: non dovrebbero essere questi i criteri di scelta ?, così come peraltro richiesto dai bandi di selezione, rigorosissimi quanto ai parametri di qualità e titoli) VUOL DIRE CHE NON LO SA. Ed io sono stanco di dire e scrivere sempre le stesse cose, di dover cantare e portare la croce, con l'aggravante di farlo in un contesto nel quale c'è chi si presenta col piglio del giustiziere, seduto davanti alla sua tastiera fumante, impugnata come una "45", e convinto che ti sta finalmente inchiodando alle tue reponsabilità ed errori puntandoti una "mail" alla tempia.
E chi fa così, rappresenta davvero lo stereotipo del compagno sconfitto, talmente intento a scovare colpevoli da anni e anni, anche in tempi di vacche grasse, che la realtà nella quale dovrebbe nuotare come un pesce (Mao) non sa più "abitarla", trovarla , conoscerla.
Vuol dire che non conosce neppure uno dei cinquecentonovantatre lavoratori che stavano per essere espulsi definitivamente dal circuito degli ammortizzatori sociali e che sono stati ripescati, contattati uno ad uno, con un'operazione che ancora oggi ha dell'incredibile se ci ripenso, fatta in piena estate, con il lavoro fisico e mentale dell'intero staff, assessore compreso, tanto da essere la provincia più efficiente, tempestiva ed efficace nel dare applicazione ad un accordo siglato soltanto poche settimane prima. Vuol dire che non sa neppure che oggi, finalmente, il collocamento obbligatorio disabili (che è l'unico vero controllo sul lavoro ancora in mano alle province) avvia per lista a scorrimento, in modo trasparente, avendo avviato al lavoro CENTINAIA E CENTINAIA di aventi diritto senza nessuna interferenza (e quando dico nessuna, intendo NESSUNA: al punto che più volte, allibiti, sono venuti in provincia disabili con l'avviamento in mano, increduli perché "...ma io non mi sono rivolto a nessuno...").
Vuol dire che non conosce nulla sulle grandi vertenze i cui cortei e blocchi stradali tante volte hanno attraversato i nostri territori. E potrei continuare così, in particolare su alcune scelte e decisioni importantissime che stiamo realizzando, silenziosamente ma caparbiamente, e nell'indifferenza di troppi "addetti ai lavori", in materia di sicurezza sul lavoro, e su altro ancora. Ma il punto è un altro: se non si conoscono queste cose, dato atto della buonafede (anche per Mario I e Mario II, nonostante la vocazione inquisitoria), di chi la responsabilità ?
Ho pensato: innanzitutto mia, perché ho messo poco in circolazione queste cose.
Ma la risposta non mi soddisfa del tutto, sia perché l'informazione l'ho data sempre e tempestivamente, sia perché ne ho fatto oggetto di discussione politico-amministrativa pubblica, sia perché l'ho messa in articoli di riviste, sia perché ho addirittura fatto un "tour de force" di 2 mesi su "Lavoro, Diritti, Sicurezza, Esclusione/i" al Belvedere di San Leucio, con contenuti ed ospiti di alto livello, senza sfarzo o ostentazione, ma con gente del calibro di Robert Castel (vedi la chicca del Primo Maggio a pag. 14 de "Il Manifesto" 1.5.08: un intero paginone in "Cultura" sul dibattito scientifico avviato dal testo "Metamorfosi della questione sociale", che noi abbiamo portato, tradotto, in Italia) e tantissimi altri.
Alora mi sono detto: sarà il mio partito che pubblicizza poco queste cose, ma anche questa risposta mi sembra riduttiva. Ho quindi pensato: è la stampa locale, allora, che non diffonde le notizie. Ma non mi torna sufficiente come spiegazione.
Allora ho pensato: ho, abbiamo, fatto poche assemblee partecipate, poche iniziative preventive, in cui si potesse dire: facciamo così piuttosto che in altro modo, pochi incontri in cui ognun* potesse dire la propria e decidere assieme. Francamente, posso anche dire che farne qualcuna in più non ci avrebbe fatto male, ma se devo stare agli esiti di quelle fatte, anche questa spiegazione non mi pare molto convincente.
Allora, temo che le cose stiano peggio, davvero: che i problemi della sinistra, delle sinistre, di qualsiasi sigla o simbolo, tendenza, corrente, etc., siano epocali e noi così piccoli, pigmei, persino insignificanti, nell'affrontarli con il solito "...ora gliele canto io, voglio vedere che mi risponde..", "no, non ti risponde nessuno", "...ora gli rispondo io per le rime..." .
Facciamo davvero ridere, se ancora c'è qualcuno che ha voglia di leggere roba del genere. Quando si perde come si è perso, non si può poi discutere come se fosse la solita sconfitta elettorale (qualche punto in meno, aggiustiamo qualcosa, cacciamo quello e mettiamo quell'altro). Anche Ken Livingstone ha perso, mica solo Rutelli ! E se perde anche Ken il Rosso, con Rutelli me la posso cavare dicendo che se a Roma oggi c'è Alemanno il PD se l'è proprio cercata e meritata per intero, ma a Londra torno a balbettare fino a tacere, scornato.
E devo constatare con "terrore" che oggi il documento che prenderebbe più voti in una fabbrica o in un quartiere proletario sarebbe quello con dentro più salario, meno tasse, case popolari solo agli italiani, espulsione immediata per i clandestini, e altre cose del genere. O sbaglio?
Allora, credo di aver capito cosa c'è alla base del nostro "non sapere". Noi siamo, ormai, preda di un abbaglio pratico-teorico di gigantesca portata: noi, fautori della democrazia diretta, per corto circuito devastante siamo quelli della "rappresentanza della conoscenza" o della "rappresentanza della realtà ". Pensiamo di conoscere la realtà perché pigiamo dei tasti con dei segni, ed abbiamo dimenticato che esistono le persone in carne ed ossa, irriducibili ai segni con cui usiamo evocarli.
Sostituiamo ai fatti le parole, fiumi di parole, come anch'io sto ora facendo, ma nessuno di noi a quest'ora, le nove o le dieci di una magnifica domenica di maggio, sta in un quartiere proletario in mezzo ai "nostri". Invece, stiamo davanti ad uno schermo, fingendo di scambiare l'immagine della cosa per la cosa stessa. Come l'oggetto riflesso nello specchio, che esiste a prescidere dallo specchio e continua ad esistere acnhe se lo specchio si rompe. Il nostro specchio s'è rotto, ci vorrà tempo per aggiustarlo, pazienza, fatica, voglia di farlo. Ma nel frattempo la realtà continuerà a scavare, senza aspettarci se noi non abbiamo il coraggio e la forza di tornare lì ad esercitare, umilmente, il nostro diritto/dovere di conoscenza.
Dobbiamo ricominciare a farlo. Il resto, cari "Marii" I e II, è solo avanspettacolo d'infima categoria. Scusate lo sfogo e buona giornata a tutt*.

Gianni Cerchia: sono pienamente d'accordo con Enrico, mi permetto solo di aggiungere che molte nostre discussioni c'è un che di supplementare autolesionismo che a) non aiuta, b) rivela una tendenza alla ricerca del caprio espiatorio come scorciatoia alla difficoltà di leggere e interpretare la realtà. È la ragione per cui non sopporto né Grillo né gli astensionisti professionali. Possiamo fare di meglio.

Mario Mastrostefano: mi si accusa di essere un grillino ma tutti sanno a Caserta - tranne quelli che dormivano, dormono o dormiranno - che sono comunista e marxista, ateo ed evoluzionista, sposatosi solo civilmente nel 1971 - e peraltro in quanto unico tra i dottori commercialisti favorevole alla pubblicazione degli elenchi dei redditi 2005 su Internet ( Grillo invece è stato contrario come tutti quelli che non vorrebbero far sapere quanto e come guadagnano, anche a sinistra tra i detrattori di Grillo ce ne sono molti).

Antonio Casolaro: a Gianni Cerchia. In via di principio non sono astensionista, tuttavia in alcune occasioni, quando il quadro politico è talmente ingarbugliato ed illeggibile, come quello che si presentava il 13 e 14 aprile 2008, trovo politicamente giusto astenersi.
Nella Sua risposta vi ho letto, posso anche sbagliarmi, una sorta di fastidio, un'avversione forse a tutto quello che è contrario al proprio modo di vedere.
Non m'interessa assolutamente nulla, proprio nulla di quello che ha detto e dice Grillo ed i grillini, tuttavia i problemi affrontati e denunciati sono veri e sono quelli anticipati da Rizzo & Stella, da Villone & Salvi dai tanti "moti" popolari sulle discariche, dai servizi di Report, dalle inchieste della procura di S.maria C.vetere tipo "spartacus" e sulle "malefatte" del bassolinismo, le quali oltre ad alterare irrimediabilmente il territorio forse hanno contaminato anche le cittadine ed i cittadini. Senza contare naturalmente quelli creati da una classe dirigente definibile inadeguata per esser sobri.
Certo la realtà, questa realtà è enormemente difficile a leggerla, figuriamoci a cambiarla. E' forse vero che nel corto circuito del "paliatone" subito è più facile cercare il capro espiatorio. Non è così che si argina la tracimazione, tuttavia ci saranno pure delle responsabilità ? O no !

Mario Mastrostefano: Sono contento di aver contribuito ad aprire un dibattito che a Caserta tutti vorrebbero fare ma dopo quanto avranno discusso gli ex-parlamentari ma di fatto ancora dirigenti.

Enzo Battarra: Dobbiamo fare di meglio! Ringrazio tutti quanti abbiano scritto, rispettando le idee di tutti. Finalmente si parla! Sto con Gianni Cerchia, con la sua risposta, e comprendo in pieno lo sfogo di Enrico Milani, condividendo anche i contenuti.
Ma capisco fino in fondo la critica serrata, e - va detto e apprezzato - anche propositiva, presente sempre e comunque nel DNA della sinistra. La via che passa per i tanti modi innovativi di fare il bilancio è certamente giusta. Va sostenuta fino in fondo nelle nostre amministrazioni. Ma perché generare un clima di disfattismo e sospetto? Siamo tutti al lavoro, con le maniche scorciate. A volte, forse troppe, sbagliamo, ma vorremmo essere più squadra, dentro e fuori le istituzioni.

8 commenti:

giosuè bove ha detto...

Dalla redazione del blog

Riguardo l'evento "terre di lavoro, quadri sociali dell'esclusione",(il programma lo trovi su http://terredilavoro.blogspot.com/ ...per chi non avesse buona memoria) sarà utile ricordare che è stato del tutto ignorato dalla stragrande maggioranza dei compagni del partito e non... così come le "riunioni del lunedì" propagandate mediante sms e avvisi mail, telefonate e chiacchierate personali. In realtà i due assessorati chiamati in causa sono quelli che si sono distinti per mettere "a disposizione" di tutti le opportunità e le possibilità decisionali... solo che quando c'era da discutere faticosamente su cosa fare su questo o quel problema le riunioni erano deserte... gli stessi che rivendicano la partecipazione non l'hanno mai praticata.

Ma tornando a "terre di lavoro": il primo maggio la pagina cultura del Manifesto, curata dal suo caporedattore Benedetto Vecchi, ha parlato di noi..."un testo che ormai è un classico delle scienze sociali, FINALMENTE TRADOTTO ANCHE IN ITALIA A DIECI ANNI DALLA SUA PUBBLICAZIONE"...il riferimento è a "le metamorfosi della questione sociale" di Robert Castel, libro presentato proprio all'interno della succitata rassegna ALLA PRESENZA DELL' AUTORE. LA PRIMA TRADUZIONE ITALIANA DELL'OPERA è STATA CURATA DALLA PROVINCIA DI CASERTA, IN PARTICOLARE DAL NOSTRO ASSESSORATO.

Ancora il 26 aprile Liberazione dedica il suo paginone cultura ad un articolo di Salvatore Palidda, sociologo, docente universitario e fra i massimi teorici in tema di immigrazione. INUTILE DIRE CHE ANCHE LUI è STATO PROTAGONISTA DI UN AFFOLLATISSIMO CONVEGNO, SEMPRE ALL'INTERNO DELLA RASSEGNA "TERRE DI LAVORO", CUI HANNO PARTECIPATO CLASSI DI VARI ISTITUTI SUPERIORI DELLA NOSTRA PROVINCIA.

I due articoli sono consultabili anche ai seguenti link.

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/01-Maggio-2008/pagina14.htm
http://www.liberazione.it/a_giornale_index.php?DataPubb=26/04/2008

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

Da Antonio Malorni
Sto mettendo un po’ di ordine tra i miei quintali di carte accumulati in questi ultimi anni e, selezionandole per ridurne il volume, gettando quelle ormai inutili, mi sono imbattuto in una pagina di giornale con un articolo che titola “NELLA GUERRA DEI RIFIUTI VINCE LA PERDITA DI TEMPO” di Pietro Perone. L’ho letto e mi è sembrato un articolo di questi mesi. Ho guardato la data: 3 gennaio 1998.
Non ho commenti da fare ma la pagina l’ho conservata a futura mia memoria, visto che ho avuto la prova sperimentale che è diventata più corta per gli anni di quello che pensavo.
Sicuramente in questi anni cose ne sono state fatte; ci mancherebbe. Ma è altrettanto sicuro che sulle grandi questioni siamo assolutamente fermi ed incapaci (anche perchè prigionieri di schemi e di proposte che hanno mostrato limiti enormi) di trovare nuove soluzioni in grado di avviarle a soluzione. Quella dei rifiuti è paradigmatica.
Purtroppo, quando ci sono grandi fallimenti come questo, i successi in altri settori, seppure importanti, come quelli raccontati da Enrico Milani, al quale esprimo la mia solidarietà non formale, vengono completamente offuscati. Risalire la china richiederà impegno per tutti e gettare via, come le mie carte vecchie, posizioni-idee-comportamenti ormai obsoleti.
Saluti a tutti,

Anonimo ha detto...

Da Mario Mastrostefano
Caro Enzo, non dubitavo minimamente che tu fossi d'accordo con Gianni Cerchia e con Enrico Milani! E' certo però che le batoste in genere fanno riflettere. La polemica sugli astensionisti e sui grillini è stata pretestuosa data l'impossibilità di spiegare in modo politicamente razionale - rischio il suicidio o le piene e totali dimissioni da qualsiasi incarico politico-amministrativo ora e per il futuro - quel che è successo, per cui sarebbe opportuno che anche tu per il PD sostenessi la necessità di un confronto pubblico cittadino aperto a tutti,"i compagni" devono guardarsi negli occhi quando si parla. Leggersi non aiuta, dato che mi avete bocciato al Comune di Caserta anche la proposta di instaurare un percorso di e-democracy e la possibilità di avviare un discorso sul bilancio partecipativo. E' certo che la scomparsa della Sinistra L'Arcobaleno è stata architettata - inconsapevolmente (quali analisti politici!) da Veltroni e Rutelli, oltre che da una politica della sinistra alternativa e non (?) tutta salottiera, televisiva, piena di magniloquenza aggrovigliata,
incomprensibile, tutta rivolta a non fare capire - forse perché non lo si è capita, quella matassa senza capo né coda tra etica-economia e politica che avrebbe non solo fatto inorridire Adamo Smith, Davide Ricardo, Karl Marx ma anche Pietro Verri ed il nostro conterraneo Antonio Genovesi, oltre che i veri laici, gli atei e gli agnostici
razionalisti, e non aver difeso il potere di acquisto delle masse popolari rappresentanti il proletariato non per sè ma, solo, in sè. per non parlare degli elogi all'ultimo libro di Giulio Tremonti che pur voluminoso non contiene alcun riferimento bibliografico.
Ma sostanzialmente ci si arrabbia perchè ho diffuso le liste dei consulenti e collaboratori della Provincia così come disposto dalla legge. A proposito non sono riuscito a trovare sul sito del Comune le liste dei consulenti e dei collaboratori del Comune. Puoi farcele avere ?
Penso infine che forse una rilettura di qualche buon libro o qualche articolo di "sinistra" sarebbe salutare, sempre che ci sia stata una prima lettura. Ma se quest'ultima non c'è stata si dovrebbe risalire al perché di questo stato di minorità.
C'è di certo a Caserta un PD di cui è facile percepire lo sbilanciamento a destra e all'interno del quale parlare senza obiettivi politici di "visibilità" è certamente impossibile.
Che altro posso dirti oltre quello che ti ho fatto dire ?

Anonimo ha detto...

Da Antonio Casolaro
Tra le categorie che generano fastidio bisogna aggiungere anche gli astensionisti, almeno secondo il sig.Giovanni Cerchia: no comment! Ho chiesto al sig.Giovanni Cerchia di socializzare la risposta inviandola al blog di Rifondazione Comunista.

Anonimo ha detto...

Da Gianni Cerchia
Vengo sollecitato a «socializzare» pubblicamente il mio senso di fastidio nei confronti dell’astensione. Non ho alcuna difficoltà a farlo, anche perché la mia è una posizione piuttosto nota. La riassumo per coloro che non avessero avuto ancora il fastidio di vedersela raccontata.
In buona sostanza, non credo si possano negare molti dei problemi che vengono sollevati, in ordine sia al profilo della sinistra, che alla necessità di rifondare una pratica politica credibile, rappresentativa, in grado di interpretare, leggere, interferire con i processi della società con l’ambizione di riformarli. La risposta che abbiamo dato con la Sinistra-Arcobaleno per un verso è stata dilaniata dalla logica del voto utile, per un altro aveva dei limiti intrinseci che l’hanno resa scarsamente credibile e affascinante. In ogni caso, è stato un tentativo di risposta e di resistenza a una deriva della politica italiana tesa a concluderne la transizione iniziata nel 1991-92 in una chiave rigidamente bipartitica e centripeta.
Anche l’astensione è stata una risposta che denunciava, in larga misura, un’ansia di cambiamento — peraltro, assolutamente legittima e rispettabile. Tuttavia, spero che sia altrettanto legittimo e rispettabile provare a spiegare perché la ritengo sbagliata sul piano politico: in generale, perché penso che l’omissione sia sempre e comunque un errore, più grave di qualunque azione sbagliata. In particolare, perché  in alcuni settori dell’opinione pubblica di sinistra viene inalberata sulla base di una lettura auto-assolutoria, a fronte di una dimensione politico-istituzionale (l’«uomo politico professionale» che schiaccia le «folle», scriveva un commediografo napoletano una sessantina di anno fa, anticipando molti temi e lo stesso turpiloquio di un comico genovese più vicino ai nostri giorni) talvolta demoniaca e contaminante, molto spesso traditrice, sempre inadeguata.
Dietro questa analisi emergono con grande evidenza alcuni paradigmi con i quali è necessario fare i conti senza indulgenze, né per se stessi, ma nemmeno per i propri interlocutori.Il primo, come mi è già capitato di scrivere, è la ricerca di una scorciatoia semplificante, utile per rassicurarci, ma assolutamente incapace di guidarci tra gli scogli dell’attuale scontro politico e sociale. La realtà mi pare un po’ più complicata e ricca di contraddizioni di quella che nasce dalla ricerca di un caprio espiatorio.
Il secondo è quello verso il quale provo un’avversione ancor più radicale: l’idea che la sinistra sia stata inquinata da una deriva «governista», mentre deve ricostituire un antagonismo sociale, radicale e autosufficiente. È un po’ la posizione espressa da un’assemblea tenutasi in piena compagna elettorale a Caserta, dove la Sinistra-Arcobaleno era imputata per aver pietito fino all’ultimo un’alleanza con in PD. Quest’ultimo punto di vista non solo lo ritengo un errore, ma penso sia addirittura delirante. L’unico esito possibile è quello della nicchia residuale e di testimonianza, asserragliata nella difesa della propria purezza identitaria. È il miglior favore che si possa fare al centrodestra di questo Paese.
Credo che si debba lavorare, invece, nella costruzione di una formazione con un’aspirazione riformatrice di governo, ancora ai valori del socialismo,nel quadro di una rinnovata unità delle forze del centrosinistra. Credo, per essere più esplicito,che dobbiamo produrre il compromesso più avanzato possibile, il che dipenderà dalla forza che riusciremo a raccogliere, rappresentare, organizzare; ma anche che non possiamo evitare una logica delle alleanze e del confronto, se guardiamo al gioco politico in un quadro di ancorato alle dinamiche competitive di una democrazia. Se il quadro di riferimento è un altro, allora non abbiamo bisogno neanche di iniziare a discutere: non c’entriamo nulla gli unii con gli altri.
Insomma, nulla di personale — e chiedo scusa se ho usato qualche tono sopra le righe, ma anch’io mi occupo di politica «per» e «con» passione — ma tra Bordiga e Gramsci, preferisco un milione di volte il secondo.

Anonimo ha detto...

Da Antonio Casolaro
Ecco! Spiegare perché si ritiene una posizione politica sbagliata è legittimo e chi legge è tenuto a considerare l'opinione espressa. Dire invece che produce fastidio è come costruire un’altra categoria ed aggiungerla a quelle già tristemente note.
Detto questo ricordo che 190 anni fa proprio il 5 di Maggio nasceva un “certo” Carlo Marx del quale parecchi forse si sono troppo frettolosamente dimenticati.
Non mi sono mai considerato bordighista pur ritenendo che l’Ingegnere di Portici sia stato uno delle più belle intelligenze del marxismo del xx secolo. In una intervista rilasciata a Edek Osser nel giugno 1970, Amadeo Bordiga pur confermando le differenze di fondo tra lui e Gramsci, dichiarò la reciproca stima che sempre li legò. Ritengo che siano stati ambedue dei Giganti. Ce ne fosse oggi almeno uno.

Anonimo ha detto...

Da Gianni Cerchia
Spero d’aver chiarito in che senso “provo fastidio” per alcune posizioni: perché le ritengo politicamente non condivisibili non certo perché non possano o non debbano avere cittadinanza in una riflessione come la nostra. Se ho dato un’impressione sbagliata, ne chiedo scusa, chi mi conosce sa quanto ami la contaminazione piuttosto che le chiusure. Tuttavia, proprio per la stessa ragione, resto dall’opinione che sia necessario mettersi in gioco con più coraggio e meno subalternità nei confronti di chiunque e di qualunque critica (fondata o meno che essa sia). Insomma, abbiamo certamente qualche lezione da imparare, ma forse anche qualcuna da comunicare a chi ha commesso più errori di noi tutti. L’importante è riprendere il cammino; siamo condannati a stare insieme e a mescolarci, se volgiamo dare una speranza alla sinistra di questo Paese. Non è detto che accada, non è detto che sia possibile; l’unica cosa certa è che dipende da noi.
L’esempio di Bordiga e di Gramsci è un modo per segnalare che, per quanto aggiornato, questo nostro dibattito a radici lunghe e (forse) permanenti nella storia del movimento operaio. Spero che si possa avere un’occasione per discuterne di persona (anche per parlare di Carlo Marx, se lo si ritiene opportuno)