La nostra proposta per il rilancio dei GC a Caserta
Sono trascorsi quasi due anni dalla scorsa conferenza e in questo tempo la linea politica della “maggioranza” (esiste più?) dei GC casertani ha dimostrato tutta la sua inefficacia, lasciando ben poco sul territorio.
Il tracollo elettorale della sinistra ha imposto a tutto il partito la necessità di discutere, ma questo pare non tocchi lontanamente la struttura dei GC, che ha liquidato bilancio, analisi della fase e prospettive per il futuro in un unico coordinamento.
È palese la volontà del gruppo dirigente dei GC di sottrarsi ad una discussione che condannerebbe senza appello l’operato del coordinamento.
Si è scelto, ancora una volta, di continuare ad agire come se nulla fosse, negando il dibattito politico, il coinvolgimento dei compagni e la partecipazione.
Il mancato riconoscimento dei compagni, la poca democraticità di una struttura che a Caserta è sempre più autoreferenziale, l’incapacità di crescita e radicamento fanno dei GC un’organizzazione in crisi e nasconderlo non serve a nessuno.
A dire il vero, dovrebbe anche essere superfluo sottolinearlo, ma a quanto pare, non è così!
Si tratta di una crisi che viene da lontano, che affonda le sue radici nei metodi antidemocratici con cui fu gestita la conferenza scorsa, con poche idee e molti cammelli.
Da allora è stato tutto un continuo galleggiare…
Le capacità di un gruppo dirigente dovrebbe misurarsi sulla costruzione reale di iniziativa politica, cosa purtroppo sconosciuta alla maggioranza del coordinamento.
Ma, prima ancora di questo, dovrebbe esserci la capacità di far sentire i compagni parte di un progetto comune, in grado di stimolarne la partecipazione, offrendo strumenti concreti per accrescere il radicamento della propria struttura:
Non c’è stata, invece, nessuna strategia d’intervento mirata alla penetrazione dei GC tra i giovani: mentre nelle scuole superiori è mancato qualsiasi intervento, le elezioni universitarie sono la prova non solo del nostro distacco, vista anche la vittoria politica di Azione Universitaria, ma anche dei metodi con cui si sono condotte le discussioni e prese le decisioni: hanno deciso così di candidare un nostro compagno in una lista apolitica, senza nessun simbolo né richiamo minimamente di sinistra, e molti compagni l’hanno saputo leggendo i risultati delle elezioni da internet!
L’unica mobilitazione a cui i GC hanno partecipato, quella contro la discarica a Lo Uttaro, ha dimostrato tutta la difficoltà da parte del coordinamento a giocare un ruolo di direzione reale.
Abbiamo proposto, fin dalla nascita di questo coordinamento, campagne politiche e vertenziali; si sono proposti attivi sulla crisi industriale (che nella nostra provincia ha effetti terribili su molti giovani lavoratori), sull’emergenza ambientale (altra questione scottante in Campania e a Caserta) così come sulla precarietà, ma nei fatti non c’è stata nessuna iniziativa reale dei GC, né alcuna volontà di portare il dibattito tra gli iscritti, figuriamoci di coinvolgerli.
Il risultato è stato che nel corso di questi anni abbiamo assistito a un progressivo distacco dei compagni, mentre il dibattito aperto e franco tra le diverse posizioni è stato sostituito da un continuo lavorio di corridoio volto a criticare il coordinamento, salvo poi assumere posizioni diverse nelle discussioni ufficiali.
Pensiamo che non servano gli intrighi, ma la chiarezza .Ci sembra un atto dovuto porre questi semplici fatti all’attenzione dei compagni, in modo che prima di proporre facili soluzioni si abbia la consapevolezza dello stato comatoso in cui questa maggioranza ha condotto i Giovani Comunisti.
Nel primo coordinamento post-elezioni abbiamo proposto che il coordinamento tutto si dimettesse, ma questa cosa è stata respinta.
In compenso, è uscita fuori una linea ultra-organizzativistica, decisa tra pochi intimi, per superare questa fase e rimettere alla prova il coordinamento (su che basi, e cambiando che cosa, ovviamente, non è dato saperlo).
La proposta partorita è stata quella di indire una serie di attivi per “verificare” se l’attuale coordinamento che, giusto per comunicarlo ai più, ora si riunisce con 4 compagni su 13, nutre ancora – ma quand’è che l’ha avuta? – della fiducia dei compagni.
Ci pare assurdo e di un’ipocrisia senza limiti sentir parlare ancora di verifica: che altro abbiamo da verificare rispetto all’inefficienza di questo coordinamento?
Di questo passo, potremmo ancora chiedere la verifica del governo Prodi!
Non sarà possibile rilanciare il nostro lavoro fino a quando non si farà chiarezza rispetto alle responsabilità di questo gruppo dirigente.
È necessario riaprire un dibattito serio su come rilanciare, su basi politiche diverse, con rivendicazioni di classe e costruzione di battaglie politiche, i Giovani Comunisti in provincia di Caserta.
Lo stesso coordinamento che oggi si appella alla partecipazione dei compagni attraverso gli attivi va avanti a colpi di maggioranza, sostituendo e cooptando di volta in volta nuovi membri per tenere in vita una struttura morta.
Per fare delle proposte bisogna essere credibili.
Ogni passo fatto dal coordinamento (o meglio, da chi l’ha usurpato di ogni ruolo di direzione politica) in questo momento va verso il baratro, percorre una direzione opposta rispetto alle discussioni che i compagni dicono di voler fare.
È evidente che se si continua in questa direzione continueremo a sbattere di fronte ad un muro senza mai intravedere una via d’uscita: noi non ci stiamo!
Crediamo che molti Giovani Comunisti in questi anni, nonostante i limiti organizzativi e politici della nostra organizzazione, abbiano messo a disposizione le proprie energie per provare a invertire la rotta. Sono questi compagni che devono essere protagonisti di questo dibattito, contribuendo in prima persona al rilancio dei GC in provincia, senza più delegare un coordinamento che non coordina nessuno.
Il lavoro di ricostruzione richiederà sacrificio e tempo perché si tratta di ripartire, ricucire un legame, una fiducia che non abbiamo ora, che dobbiamo riconquistare con i fatti e che non può essere “varata“ da un attivo, ora che in mano abbiamo le ceneri.
Vogliamo ripartire da basi più solide e costruire un’organizzazione all’altezza dello scontro a cui saremo chiamati e non l’ennesimo castello di sabbia. Quante volte già il coordinamento, per bocca della coordinatrice, ha “rilanciato” l’attività dei GC? Quali sono stati i risultati?
Non si può dopo anni di immobilismo utilizzare l’attivo come rimedio miracoloso!
Di più, questa proposta viene fatta irrealisticamente durante il percorso congressuale, mentre i compagni saranno impegnati a discutere di quale futuro vogliamo dare al nostro partito. È la dimostrazione che si cercano solo facili legittimazioni.
Il coordinamento provinciale dei Giovani Comunisti ha fallito su tutti i fronti e nei fatti oggi, non rappresentando nessuno, è illegittimo.
Da questa presa d’atto non se ne esce con le calunnie nei confronti di chi chiede che ci sia una svolta vera per rilanciare i GC, ma provando concretamente a ricostruire da zero, senza finzioni e scorciatoie.
La proposta che facciamo è quella di indire, subito dopo il congresso, una conferenza straordinaria dei GC a Caserta, da tenersi a settembre.
Per quanto ci riguarda, utilizzeremo il congresso del partito per lanciare una raccolta di firme su questa proposta.
Ridare la parola a tutti i compagni ci sembra l’unica strada onestamente percorribile dopo la sconfitta che tutti abbiamo subito.
Ormai è giunta l’ora di trarre un serio bilancio: è necessario un confronto aperto tra i compagni, e crediamo che non ci sia nulla di più democratico della conferenza per raggiungere e coinvolgere quella base che tanto viene nominata e inneggiata quanto ignorata. A nulla serve, del resto, scaricare sui compagni, e sul loro presunto disinteresse, le responsabilità del coordinamento.
È ora che i Giovani Comunisti ritornino ad essere un’organizzazione reale, che viva nei territori, in grado di fare iniziativa politica e di essere realmente incisiva nelle lotte, nelle scuole e nei luoghi di lavoro.
Siamo convinti che il protagonismo dei compagni si costruisce con la discussione e la definizione di una strategia di lotta oggi controcorrente: la conferenza, da questo punto di vista è la necessaria partenza.
Margherita Colella
Gianluca Limatola
Giovanni Savino
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